Giorgia Tollis ( www.waysofworking.it) ed io abbiamo ideato FOCUS unendo la nostra comune fiducia nella crescita personale come strumento di evoluzione, alle riflessioni sulle nostre esperienze personali e professionali degli ultimi anni. Confrontandoci abbiamo identificato questi 4 elementi come imprescindibili, nella nostra visione, per una evoluzione in ambito lavorativo e privato. (altro…)

Lavorando con aziende appartenenti a contesti molto diversi tra loro, dopo un po’ ci si accorge che la similitudine di fondo più comune è sempre la stessa, e cioè che in alcune aziende gran parte delle energie, dell’attenzione e delle motivazioni, anziché essere rivolta alla risoluzione dei problemi, che tra l’altro coinciderebbe con gli obiettivi dell’impresa, viene assorbita da dinamiche legate all’identità dei singoli. (altro…)

Capita spesso sul lavoro di ritrovarsi in situazioni di stallo, in cui la motivazione del team ha ceduto il passo alla stanchezza o addirittura alla noia: in questi casi, è importante chiedersi come recuperare l’energia perduta, e spesso una strategia basata sul rinforzo di premi o punizioni non si rivela vincente.

Una teoria utile e interessante da seguire in ambito business è il “goal setting”, ovvero la teoria degli obiettivi consapevoli, secondo cui i principali meccanismi di motivazione vengono stimolati dalla capacità di porsi degli obiettivi su cui basarsi per valutare le prestazioni. (altro…)

Quando mi hanno parlato per la prima volta della Gestalt, ancora non sapevo che avrei fatto il counselor, tantomeno cosa potesse significare per me fare il counselor. Quello però che ho percepito fin da subito analizzando i principi su cui si basa, è che la Gestalt era la filosofia che meglio si adattava al percorso personale e professionale che sentivo di voler intraprendere.

Preferisco definirla filosofia perché per me la Gestalt non è solo una teoria psicologica, ma una lente attraverso cui è possibile ottenere una visione d’insieme, un modo per approcciarsi al mondo e integrarsi in esso. (altro…)

Sempre di più, le grandi aziende si stanno impegnando ad adottare iniziative che rendano il luogo di lavoro accogliente, stimolante e piacevole per aumentare il benessere dei loro dipendenti, sia a livello fisico, magari aprendo centri benessere all’interno delle sedi o fornendo sconti per le palestre, sia a livello di relazioni, organizzando giornate in cui i lavoratori possono confrontarsi e conoscersi meglio tra loro anche in contesti creativi o differenti da quelli a cui sono abituati. (altro…)

Chi gestisce un contesto lavorativo ha anche l’obiettivo di costruire un ambiente in cui la motivazione dei dipendenti sia alta: per ottenere questo è fondamentale creare una realtà in cui ogni singolo individuo si senta parte di un meccanismo più grande, ma allo stesso tempo autonomo e responsabile nelle sue scelte, e soprattutto soddisfatto del suo lavoro.

Per rafforzare questi sentimenti esistono sistemi di gestione del personale che tendono a consolidare e valorizzare le capacità e le caratteristiche di ogni individuo, lavorando sulle situazioni di svantaggio per rendere il dipendente più forte e sicuro nelle sue possibilità di scelta e intervento. (altro…)

Che cosa serve per diventare un buon professionista? Capacità, competenza, esperienza. Ma non solo.

Secondo Howard Gardner, padre delle intelligenze multiple, infatti, è necessario anche essere persone “buone”, ovvero altruiste ed etiche per essere dei buoni professionisti, cosa che le cattive persone non potranno mai auspicare di diventare, nonostante la loro preparazione.

Nessuno può essere definito nettamente buono e cattivo, ma è possibile bilanciare le caratteristiche per riconoscere a quale gruppo ciascuno di noi appartiene: a fare la differenza, in ambito professionale, è la capacità di mettere l’anima, di applicare emozioni, sentimenti e impegno nel proprio lavoro, di tralasciare il bene e il profitto personale in nome delle esigenze di tutti, ed è proprio questo elemento umano che completa il profilo di un buon professionista. (altro…)