07 Gen Potere personale e pace interiore: come sono correlati e come svilupparli?
Mi sembrava un buon argomento con cui iniziare il 2025: potere personale e pace interiore. Due ingredienti fondamentali, per me, per andare nel mondo con autenticità, responsabilità e cura, per se stessi e per gli altri.
Sviluppare il nostro Potere personale significa darci la possibilità di essere attivi e non reattivi alle situazioni della vita, personale e professionale.
A cosa ci serve? Sicuramente ad essere più presenti ed in contatto con noi stessi nelle decisioni che prendiamo tutti i giorni, e che il ritmo della vita complessa che conduciamo non aiuta a praticare.
Il counseling ed il coaching sostengono lo sviluppo di questa possibilità, che è insita in noi e la mindfulness è uno degli strumenti che ci può aiutare nell’allenamento a questo sviluppo.
Nella prospettiva della mindfulness, la “consapevolezza” è la chiave per capovolgere l’abitudine a reagire costantemente alle situazioni di stress, passando a rispondere ad esso, ossia ad imparare a riconoscere l’attivazione dei circuiti di reattività e a reinserire nel processo di elaborazione delle informazioni i circuiti preposti alla riflessione.
“Ognuno riesce a individuare la strategia propria per rientrare nella finestra di tolleranza, ma per fare questo è necessario possedere delle buone capacità di mastery, ovvero controllo dei propri stati interni” (Siegel, 2011).
Per realizzare questo cambiamento è necessario rendersi consapevoli di tutto ciò che accade nel momento stesso in cui sta accadendo, introducendo attenzione e presenza nel momento in cui è massima la tendenza a reagire inconsapevolmente.
L’impatto che un evento stressante ha su di noi produce fin dal principio delle modificazioni interne che investono il corpo e l’intera gamma sensoriale, emotiva e di pensiero, innescando degli impulsi ad agire in una data direzione; “accorgersi” che questo sta accadendo significa introdurre nello schema reattivo un elemento nuovo, un elemento che ha il potere di disinnescare il “pilota automatico” che guida la sequenza attacco-fuga e consentire una risposta diversa a quanto stiamo sperimentando.
La presenza consapevole, allenata costantemente attraverso pratiche formali ed informali, diventa l’attitudine necessaria per scegliere una risposta più funzionale e adattativa allo stimolo dato: apre dunque alla creatività, alla flessibilità, al problem solving, alla percezione di maggior controllo sugli eventi, alla sensazione di autoefficacia; ci consente di minimizzare gli effetti dello stress ed evitare aggravi ulteriori, aiutandoci a “cavalcare l’onda” dello stress invece che farci travolgere da essa.
Inoltre porta con sé la possibilità di diminuire gli stati di agitazione e alimentare la sensazione di pace interiore ( o aumenta la calma e la predisposizione alla riflessione, se preferite), aumentando lo stato di benessere emotivo e spesso anche fisico.
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