09 Gen L’impegno individuale per il raggiungimento dell’empowerment
Chi gestisce un contesto lavorativo ha anche l’obiettivo di costruire un ambiente in cui la motivazione dei dipendenti sia alta: per ottenere questo è fondamentale creare una realtà in cui ogni singolo individuo si senta parte di un meccanismo più grande, ma allo stesso tempo autonomo e responsabile nelle sue scelte, e soprattutto soddisfatto del suo lavoro.
Per rafforzare questi sentimenti esistono sistemi di gestione del personale che tendono a consolidare e valorizzare le capacità e le caratteristiche di ogni individuo, lavorando sulle situazioni di svantaggio per rendere il dipendente più forte e sicuro nelle sue possibilità di scelta e intervento. Questi sistemi vengono definiti con il termine empowerment, parola che a partire dagli anni ’80 è stata sempre più utilizzata negli studi sul management e sulle organizzazioni, e mirano ad aumentare i momenti di realizzazione delle potenzialità e dell’influenza dei singoli.
Un lavoratore può definirsi empowered quando raggiunge una buona consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e limiti, sa prendere decisioni efficaci e riesce a intervenire nella risoluzione dei problemi.
Per il raggiungimento dell’empowerment, però, un ruolo chiave è svolto non solo dal manager, ma anche dalla persona stessa: se il manager infatti ha la responsabilità di mettere il lavoratore in condizione di svolgere al meglio il suo percorso personale, il lavoratore deve essere pronto a svilupparsi autonomamente, anche a prescindere dalle iniziative dell’azienda. È il singolo individuo che dovrà riuscire a incanalare all’interno della sua attività e delle disposizioni che derivano “dall’alto” una serie di sue motivazioni intrinseche, come il desiderio di mettersi alla prova in situazioni difficili e nuove, di svolgere una mansione nel modo migliore e di ricevere l’ammirazione dei propri pari.